Intersettiva

venerdì 11 settembre 2009

indirizzo cambiato!

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lunedì 7 settembre 2009

AIDS: Dono di Satana

Sta per uscire questo spot in Germania per sesibilizzare l'opinione pubblica tedesca sul rischio del contagio tramite rapporti non protetti. L'associazione è fra la distruzione di massa del virus e l'operato più o meno simile in fatto di morte massificata di dittatori come Hitler, Stalin e Saddam.
Qui trovate un articolo del Daily Telegraph che riporta alcune reazioni contrarie allo spot.
Il meccanismo comunicativo della campagnia è basato sul carattere demoniaco sia del virus sia dei dittatori citati.
A parer mio relegare nel Male un virus e alcuni esseri umani, per quanto altamente letali, serve solo ad allontanarli da noi piuttosto che a comprenderne la natura.

Repetita iuvant

Qui il Daily Telegraph sulla manipolazione dei media da parte dell'Eliseo, con una precisione nelle misure impietosa e un pizzico di ironia britannica che non può mancare di certo quando si tratta dei parenti galletti. Chissà se non vi siano gli estremi per un complotto internazionale delle sinistre contro la bassa statura di Mr. Sarkozy.

Raccomandate per questioni di taglia

Guardate che pubblica Le Monde sulle strategie comunicative di M. Sarkozy. Temo che per M. Berlusconi ci siano tutti gli estremi per una lucrosa richiesta di danni, visto che il passo è breve dalla nanesca immagine del francioso a quella del premier di casa.

giovedì 27 agosto 2009

L'Italia è cambiata, davvero. Grazie Procacci

La Fandango rimane di ghiaccio di fronte la censura di Rai e Mediaset che colpisce lo spot del film Videocracy d'imminente uscita. Procacci afferma che se in Rai vedono "Videocracy" come un attacco a Berlusconui, se la televisione pubblica si dimostra più realista del re e di Mediaset stessa, allora l'Italia è davvero cambiata. E' cambiata perché in passato, con governi dello stesso segno di quello odierno, pellicole come "Il Caimano" o "VivaZapatero" non hanno ricevuto lo stesso censorio trattamento.
Non so quanto di retorico ci sia in questa affermazione di triste stupore nei confronti del Bel Paese di oggi, però i film citati da Procacci non avevano, se non ricordo male, la Fandango come casa di distribuzione. Credo, ma posso sbagliarmi è chiaro, che chi ha prodotto e distribuito film come "L'ultimo bacio" sia visto assai pericolosamente dai realisti qualora avesse l'ardire di distribuire una pellicola che "in realtà è il racconto di come il nostro paese sia cambiato in questi ultimi trent'anni e del ruolo delle tv commerciali nel cambiamento". La tesi del film, immagino, prevede senza dubbio che i realisti possano usare la censura per difendersi.
Poi un'altra cosa. Procacci si meraviglia, ma dal tono dell'articolo non sembra indignarsi, dei salti legal-burocratici che in Rai hanno fatto per connettere "Videocracy" a Berlusconi e all'attualità dei suoi sconvenienti comportamenti sessuali, finendo per bollare la pellicola come un messaggio politico di attacco al governo e quindi censurabile. Procacci cerca di smontare la logica che porta i realisti a connettere la pellicola a Belrusconi ma non sembra affermare, con la dovuta forza di chi dice che il paese è davvero cambiato, che il problema del rifiuto della Rai non sta nel burocratichese ma nella sua conclusione: non si può pubblicizzare un film che attacca il premier.
Dire che "Videocracy" racconta la storia della tv degli ultimi trent'anni vuol dire che non si vuole attaccare Berlusconi? Vuol dire che il film non è una critica alla concentrazione del potere mediatico nelle mani di una sola azienda, delle sua gravi ripercussioni sulla democrazia italiana e sui costumi e l'etica degli Italiani?
Insomma, se i realisti uccidono chi si macchia di tradimento perché censurare un'idea è come uccidere (ricordando Milton), allora che almeno si abbia il coraggio di chiamarli assassini!

mercoledì 26 agosto 2009

Allora fra poco le camice verdi a Porta Pia!

Che fosse Bossi a pronunciare le parole, e dico le parole, "siamo pronti a rivedere i Patti" fino a qualche istante fa non lo avrei mai detto, anche con la montante polemica fra vescovi e inteligentia leghista degli ultimi giorni. Non lo avrei mai detto che in nome di una laicità dello Stato fino a prova contraria - rabbrividisco a pensare quale possa essere quella a cui pensan Bossi e compagni - si arrivi a dichiarare, per bocca del Ministro per le Riforme, una possibile rivisitazione dei Patti Lateranensi. Insomma, per quanto sia contro voglia abituato allo scippo reciproco di temi, ideologie e parole d'ordine da parte degli schieramenti opposti in Parlamento, gli ultimi schiamazzi leghisti suonano come sirene alle orecchie di Ulisse per chi come me forse gioirebbe per qualche buco in più dalle parte della Nomentana.
Ma la triste coltre che avviluppa ormai le idee che pensavo appartenere a un certo modo di fare e credere la politica - non me ne vogliate per la costruzione diretta - cala svilendole queste idee, sapendo che il necessario valore dato loro dall'appoggio dei molti arriva solo ora che la Lega fa proprio lo slogan dello Stato laico per le egoistiche esigenze di emergenza politica ai danni dei cugini del Pdl (che tentano di tornare a Canossa ma in stile berlusconiano).

martedì 25 agosto 2009

Attualità della politica italiana (ovvero "Tempi di crisi anche per i comici")

Cambiando l'ordine dei nomi il risultato non cambia.